martedì 28 aprile 2009

Claudio Monteverdi: Secondo libro di madrigali (1590)

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Claudio Monteverdi: Libro II

Libro secondo de madrigali (1590)

A 5 voci.
In Venetia Appresso Alessandro Rauerij

1. Non si levav'ancor l'alba novella
2. Bevea Fillide mia
3. Dolcissimi legami di parole amorose
4. Non giacinti o narcisi
5. Intorno a due vermiglie e vaghe labbra
6. Non sono in queste rive
7. Tutte le bocche belle in questo nero volto
8. Donna, nel mio ritorno il mio pensiero
9. Quell'ombra esser vorrei
10. S'andasse amor a caccia
11. Mentr'io miravo fiso
12. Se tu mi lassi, perfida tuo danno
13. Ecco mormorar l'onde
14. La bocca onde l’asprissime parole
15. Dolcemente dormiva la mia Clori
16. Crudel, perchè mi fuggi?
17. Questo specchio ti dono, Rosa
18. Non m'è grave 'l morire
19. Ti spontò l'ali amor, la donna mia
20. Cantai un tempo, e se fu dolc'il canto




1. Non si levav'ancor l'alba novella
Torquato Tasso
Non si levav’ancor l’alba novella
né spiegavan le piume
gl’augelli al novo lume,
ma fiammeggiava l’amorosa stella,
quand’i duo vaghi e leggiadrett’amanti,
ch’una felice notte aggiuns’insieme,
com’acanto si volg’in vari giri,
divise il novo raggio e i dolci pianti
nell’accoglienz’estreme
mescolavan con baci e con sospiri
mille ardenti pensier, mille desiri.
Mille voglie non paghe
in quelle luci vaghe,
scopria quest’alma innamorata e quella.

E dicea l’una sospirand’allora:
anima, a dio, con languide parole.
E l’altra: vita, a dio, le rispondea,
a dio, rimanti. E non partiansi ancora
inanzi al novo sole,
e inanzi a l’alba che nel ciel sorgea,
e questa e quella impallidir vedea
le bellissime rose
ne le labr’amorose,
e gl’occhi scintillar come facella
e come d’alma che si part’e svella,
fu la partenza loro:
a dio che part’e moro,
dolce languir, dolce partita e fella.


2. Bevea Fillide mia
Girolamo Casoni

Bevea Fillide mia
e nel ber dolcemente
baci al dolce liquor porgea sovente.
Tutto quel che rimase
lieta mi diede poi
misto con baci suoi:
io il bevo e non so come bevo Amore,
che dolcement’anch’ei mi bacia il core.

3. Dolcissimi legami di parole amorose
Torquato Tasso
Dolcissimi legami
di parole amorose,
che mi legò da scherz’e non mi scioglie.
Così egli dunque scherz’e così coglie?
Così l’alme legate
sono ne le catene insidiose?
Almen chi sì m’allaccia
mi leg’ancor fra quelle dolci braccia.

4. Non giacinti o narcisi
Girolamo Casoni
Non giacinti o narcisi,
ma piccioletti fior siamo, ch’Amore
mand’a voi, di beltà candido fiore.
O se ’l sol de’ vostr’occhi,
pur un poco ne tocchi,
saran vil alghe poi
e narcisi e giacint’a fronte a noi.

5. Intorno a due vermiglie e vaghe labra
Intorno a due vermiglie e vaghe labra,
di cui rose più belle
non ha la primavera,
volan soavi baci a schier’a schiera.
E son più ch’a le stelle
in ciel puro e sereno,
più ch’a le gemme de la terra in seno.
Motti sonori od amorosi o casti,
tra tanti un mi negasti,
spietat’un bacio solo,
tu che non spieghi a volo,
Amor, insidiando a baci
sì com’augei rapaci,
che sol imaginand’han già rapita
quest’alm’e questa vita.
Tendi l’insidie tendi
ed un’almen tra mill’ardito prendi.

6. Non sono in queste rive
Torquato Tasso
Non son in queste rive
fiori così vermigli
come le labra de la donna mia.
Né ’l suon de l’aure estive,
tra fonti e rose e gigli,
fan del suo canto più dolce armonia.
Canto che m’ardi e piaci,
t’interrompano solo i nostri baci.

7. Tutte le bocche belle
Filippo Alberti

Tutte le bocche belle,
in questo nero volto ai baci sfida
la mia nemica infida.
Restanvi i baci impressi
quasi amorose stelle
nel vago oscuro velo,
onde s’amant’il cielo.
O perché non poss’io cangiarm’in lui?
ch’intorno a gl’occhi miei
per mille baci mille stell’avrei.

8. Donna, nel mio ritorno il mio pensiero
Torquato Tasso
Donna, nel mio ritorno il mio pensiero,
a cui nulla pon freno,
precorre dov’il ciel è più sereno
e se ne vien a far con voi soggiorno,
né da voi si diparte
giamai la nott’e il giorno,
perché l’annoia ciascun’altra parte,
onde sol per virtù del pensier mio
mentre ne vengo a voi con voi son io.

9. Quell’ombr’esser vorrei
Girolamo Casoni
Quell’ombr’esser vorrei
che ’l dì vi segue leggiadrett’e bella,
che s’or son servo, i’ sarei vostr’ancella.
E quando parte il sole,
m’asconderei sotto quei bianchi panni:
lasso, ben ne gl’affanni,
ombr’ignuda d’uom vivo, Amor, mi fai,
ma non mi giungi a la mia donna mai.

10. S'andasse amor a caccia
Torquato Tasso
S’andasse Amor a caccia,
Grechin a lass’avria per suo diletto
e de le damme seguiria la traccia,
ché vago pargoletto
è questo come quello
e leggiadrett’e bello.
Vezzosetto Grechino,
se pur vol tuo destino
ch’egli sia cacciatore,
prendi costei mentr’ella fugge Amore.

11. Mentr'io miravo fiso
Torquato Tasso
Mentr’io mirava fiso
de la mia donna gl’occh’ardenti e belli,
due vaghi spiritelli
fiammeggiando n’uscir a l’improviso,
e leggiadretti e snelli,
facendo mille scherz’e mille giri,
mille fughe d’intorno
e mille aguati dentr’al sen adorno,
mi trassero dal cor mille sospiri,
onde con dolc’ed amorosi lai,
pietà, pietà, gridai.

12. Se tu mi lassi, perfida tuo danno
Torquato Tasso
Se tu mi lassi, perfida, tuo danno:
non ti pensar che sia
misera senza te la vita mia.
Misero ben sarei
se miseria stimasse e non ventura
perder chi non mi cura
e ricovrar quel che di me perdei.
Misera e tu, che per novell’amore
perdi quel fido core,
ch’era più tuo che tu di te non sei.
Ma ’l tuo già non perd’io,
perché non fu mai mio.

13. Ecco mormorar l’onde
Torquato Tasso
Ecco mormorar l’onde
e tremolar le fronde
a l’aura matutina e gl’arborscelli.
E sovra i verdi rami i vaghi augelli
cantar soavemente
e rider l’oriente,
ecco già l’alba appare
e si specchia nel mare
e rasserena il cielo
e imperla il dolce gelo
e gl’alti monti indora.
O bella e vaga aurora,
l’aura è tua messaggera e tu de l’aura,
ch’ogn’arso cor ristaura.

14. La bocca onde l’asprissime parole
Enzo Bentivoglio

La bocca onde l’asprissime parole
solean uscir ch’ir mi facean dolente
vie più di quante mai fur sotto il sole,
or nutre l’alma mia soavemente
d’odor di fresche rose e di viole,
cui cede ogn’altro che l’Arabia sente
e d’ambrosia e di nettare si pasce,
ché tra le perl’e i bei rubini nasce.

15. Dolcemente dormiva la mia Clori
Torquato Tasso
Dolcemente dormiva la mia Clori
e intorn’al suo bel volto
givan scherzand’i pargolett’amori.
Mirav’io da me tolto,
con gran diletto lei,
quando dir mi sentei: stolto, che fai?
tempo perduto non s’acquista mai.
Allor io mi chinai così pian piano
e baciandole il viso,
provai quanta dolcezz’ha il paradiso.

16. Crudel, perché mi fuggi
Giovanni Battista Guarini
Crudel, perché mi fuggi
s’hai della morte mia tanto desio?
tu sei pur il cor mio.
Credi tu per fuggire,
crudel, farmi morire?
Ah! non si pò morir senza dolore
e doler non si pò chi non ha core.

17. Questo specchio ti dono
Girolamo Casoni
Questo specchio ti dono,
rosa tu dam’or che l’età consente,
ch’io colga il tuo bel fior primo ridente.
Se ciò non voi, te mira,
cara fanciull’ivi due volt’e poi,
o caduc’onor tuoi,
vermiglia in sul matin, bell’e gentile,
di sera ti vedrai pallida e vile.

18. Non m’è grave ’l morire
Bartolomeo Gottifredi
Non m’è grave ’l morire,
donna, per acquetar vostro desire,
anzi il viver m’annoia,
sapend’esser voler vostro ch’io moia.
Ben morrei più contento,
s’io fossi inanzi a voi di vita spento,
e vi vedess’a sorte
lagrimar per pietà de la mia morte.

19. Ti spontò l’ali, Amor, la donna mia
Filippo Alberti
Ti spontò l’ali, Amor, la donna mia,
acciò tu gissi solo
nei suoi begl’occh’a volo.
Mira se queste sono
piume de l’ali tue, ch’io n’ebb’in dono:
o perché piangi, stolto?
prendi le piume tue,
ma taci pria e gl’occh’asciugh’e ’l volto.
Ah, tel credevi, Amore!
se voi le piume tue, rendimi il core.

20. Cantai un tempo e se fu dolce il canto
Pietro Bembo
Cantai un tempo e se fu dolce il canto,
questo mi tacerò, ch’altr’il sentiva.
Or è ben giont’ogni mia festa a riva
ed ogni mio piacer rivolto in pianto.
O fortunato chi raffrena in tanto
il suo desio: che riposato viva!
Di riposo e di pac’il mio mi priva:
così va ch’in altrui pon fede tanto.

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I madrigali completi di Claudio Monteverdi sono pubblicati, a cura di Andrea Bornstein, dalle Ut Orpheus Edizioni di Bologna: "Claudio Monteverdi - Madrigali".