La danza macabra di Clusone (Bergamo)
La chiesa di S. Bernardino che risale al XIV° secolo fu inizialmente dedicata a S. Maria Assunta e, successivamente, nel 1452, a S.Bernardino che durante la sua opera di predicazione in Valseriana, dimorò a Clusone. È detta anche dei Disciplini perché vi era annessa la scuola dei battuti o Disciplini bianchi, ordine istituito dal vescovo Cipriano Longo nel 1336 e durato fino alla generale soppressione delle congregazioni religiose ad opera di Napoleone. È famosa per le opere d'arte (Le storie di Gesù) che in essa sono conservate ma, soprattutto, per i celebri affreschi che compaiono sul muro esterno dell'edificio: Il trionfo della morte e la danza della morte.
Il grande quadro affrescato, che è possibile ammirare dal sagrato, si compone di due parti distinte: in quella superiore uno scheletro di proporzioni gigantesche (la Morte) campeggia sopra un sepolcro scoperchiato, entro cui giacciono i corpi di un papa e di un imperatore; a fianco della Morte sono altri due scheletri di dimensioni normali in atto di eseguire i suoi ordini mortali: sono, infatti, intenti a colpire a morte, l'uno con l'arco, l'altro con un rudimentale archibugio, una turba di dignitari, ecclesiastici e laici, nobili, ricchi e potenti in atteggiamento di implorare la morte perché li risparmi; nella parte inferiore è rappresentata una lunga sfilata di personaggi popolani che, in coppia con uno scheletro, che li accompagna per mano, si avviano mesti al lugubre ballo.
Gli studiosi hanno creduto di identificare nei personaggi in corteo, dalla destra, lo studente, il mercante, l'armigero, l'alchimista, l'artigiano, il confratello dei Disciplini e una leggiadra giovane che si ammira allo specchio e non sembra accorgersi di essere entrata nella macabra processione.
Particolare della "danza macabra" |
Nella parte superiore dell'affresco e lungo la fascia orizzontale che separa le due scene principali, compaiono alcuni cartigli con scritte che riassumono il senso morale di tutto l'affresco. I più significativi, anche per il loro valore di documento linguistico dell'epoca, sono quelli sventolati dalla Morte a destra e a sinistra, che dicono:
"GIONTO LA MORTE PIENA DE EQUAEZA SOLE VOIJ VE VOLlO E NON VOSTRA RICHEZA E DIGNA SONTO DA PORTAR CORONA PER CHE SIGNOREZI OGNIA P(ER)SONA"
" GIONTO P(ER) NOME CHIAMATA MORTE FERISCO A CHI TOCARA LA SORTE NO E HOMO COSI FORTE CHE DA MI NON PO SCHAMPARE"
" GIONTO P(ER) NOME CHIAMATA MORTE FERISCO A CHI TOCARA LA SORTE NO E HOMO COSI FORTE CHE DA MI NON PO SCHAMPARE"
Degli altri cartigli si riporta la traduzione nella lingua corrente:
"OGNI UOMO MUORE E LASCIA QUESTO MONDO; CHI OFFENDE DIO AMARAMENTE PASSA ALL'ALTRO MONDO 1485".
"CHI È FONDATO NELLA GIUSTIZIA E IL SOMMO DIO NON DISCA...; LA MORTE A LUI NON VIENE, POICHÈ EGLI PASSA ALLA VITA ETERNA".
"CHI È FONDATO NELLA GIUSTIZIA E IL SOMMO DIO NON DISCA...; LA MORTE A LUI NON VIENE, POICHÈ EGLI PASSA ALLA VITA ETERNA".
La dicitura orizzontale sopra la danza riporta scritto:
"O TU CHE SERVI A DIO DI BUON CUORE, NON AVERE PAURA DI VENIRE A QUESTO BALLO, POICHÈ A CHI NASCE È PUR DESTINO MORIRE".
La dicitura orizzontale sotto la danza dice:
"TUTTI AMIAMO LA CROCE, SERVIAMO A DIO DEVOTAMENTE CON TUTTA REVERENZA"
Il nome dell'autore del dipinto è rimasto ignoto mentre si conosce con esattezza la data di esecuzione dell'affresco: 1485, che compare nel cartiglio in alto a sinistra.
Queste parole e l'intera pittura sono stati fonte di ispirazione per Angelo Branduardi per la sua canzone Ballo in fa diesis minore contenuta nell'album La Pulce d'acqua (1979).
LE DANZE MACABRE - Le danze macabre costituiscono un genere di rappresentazione originaria della Germania, sorto verso la metà del sec. XIV°. Se ne hanno molteplici esempi in tutta Italia. Nel bresciano è nota quella di Pisogne, nel bergamasco quella di Cassiglio. Circa il loro significato esistono varie interpretazioni: quella prevalente attribuisce al dipinto un significato essenzialmente religioso: esso vuole rendere familiare alla mente il pensiero della morte e ricordare la comune uguaglianza di fronte ad essa. Secondo altri la rappresentazione sarebbe anche espressione della satira pungente contro la corruzione, il fasto, la prepotenza delle classi privilegiate. V'è infine chi vede nelle danze della morte una parodia delle danze profane che, nel primo Medioevo, erano in uso nelle chiese e sui sagrati, come testimoniano i numerosi divieti contenuti negli statuti comunali.