Angelo Branduardi e le sue ispirazioni musicali
Angelo Branduardi è un artista pop italiano noto al pubblico col soprannome di "menestrello" per via delle sue canzoni che all'opinione pubblica ricordano il periodo medievale. In realtà spesso Branduardi trae molte delle sue melodie dal fertile terreno della musica rinascimentale e del primo barocco, soprattutto nell'ambito della musica popolare.
Il suo interesse per la musica folk ed antica (in particolare del rinascimento) ha comunque avuto una ulteriore conferma con la pubblicazione degli album "Futuro Antico", che includono brani medioevali-rinascimentali rivisitati in chiave orchestrale. Sebbene non si tratti affatto di esecuzioni filologiche, Branduardi (che non dobbiamo comunque dimenticare opera nell'ambito della musica leggera) ha avuto il merito di diffondere alcune melodie ben note per chi segue la musica antica.
In seguito a vari interventi apparsi su un gruppo di discussione di musica classica, oltre che informazioni circolanti sul web, ho deciso di pubblicare un elenco (non esaustivo) delle musiche originali che Branduardi ha poi ripreso nelle sue canzoni. Per molte di esse esistono sul mercato varie incisioni discografiche, per questo ho deciso di segnalare quelle che verosimilmente il nostro cantautore deve aver ascoltato, considerata anche la data di pubblicazione.
Chiunque abbia ulteriori informazioni e segnalazioni riguardo a questo argomento non esiti a inserire un commento in fondo a questa pagina.
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"La Pulce d'Acqua" (1977)
1. "Ballo in fa diesis minore"
GIORGIO MAINERIO (1535-1582): "Sciarazula Marazula"
4. "Il Poeta di Corte" GASPAR SANZ (1640-1710): "Canarios"
Si tratta di due brani rinascimentali molto noti, anche se si nota come l'orchestrazione di Branduardi per quanto riguarda il "Ballo" di Mainerio si avvicina moltissimo a quella dell'Ulsamer Collegium già citata. Il testo di questo brano sarebbe invece ispirato al dipinto della danza macabra rappresentato sulla facciata della Chiesa di S. Bernardino a Clusone. Ulteriori informazioni li puoi trovare in questo approfondimento.
Un particolare che balza subito all'occhio è il gran numero di canzoni di Branduardi che si ispirano ai brani contenuti nella raccolta discografica "Tanzmusik" (Musiche a danza). L'interprete di questa fortunata raccolta è l'Ulsamer Collegium, un gruppo strumentale fondato e diretto da Josef Ulsamer che ha riscosso un notevole successo dopo la pubblicazione di 3 LP a metà degli anni '70 per la Archiv, etichetta discografica di musica antica facente parte della prestigiosa Deutsche Grammophon. Scopo di questa raccolta era quella di fornire un'antalogia della musica a danza del periodo che va dal medioevo a quello tardo barocco (1).
"Cogli la prima mela" (1979)
1. "Cogli la prima mela"
ANONIMO 17° SEC.: "U naseho Barty"
Questo brano è presente nell'album "Danses Anciennes de Hongrie et de Transylvanie" (Danze antiche dell'Ungheria e della Transilvania) eseguito dal Clemencic Consort e pubblicato in LP nel 1978 dalla etichetta discografica francese "Harnmonia Mundi". Di questo disco è riapparsa una riedizione in CD all'interno della serie economica Musique d'abord (n° di catalogo HMA 1901003).
4. "Donna ti voglio cantare"
PIERRE ATTAIGNANT (1530): "La Magdalena
Questo brano è contenuto nella raccolta Tanzmusik dell'Ulsamer Collegium.
5. "La raccolta"
Brano tradizionale della Romania: "Ma sui-in dealul clujului"
Questo brano è presente nell'ultima traccia di un LP del 1970 intitolato "Les Flutes Roumaines" interpretato da Gheorghe Zamfir al flauto. Il disco faceva parte di una collana discografica, per l'epoca estremamente interessante, dedicata al folklore internazionale e pubblicata in Francia negli anni '70 dalla etichetta Arion (con una edizione arrivata anche in Italia distribuita all'epoca dalla Ducale). Di questo album esiste una riedizione in cd del 1993, ora fuori catalogo.
"Gulliver, la Luna e altri disegni" (1980)
4. "Gli alberi sono alti"
Si tratta di una rivisitazione del la canzone celtica "The Trees They Grow So High".
6. "Gulliver"
Passaggi della musica richiamano il brano celtico "Son ar Christr" di cui esiste una registrazione di Alann Stivell. Per curiosità si segnala che esiste anche una canzone della band tedesca di musica techno Scooter che nella sua canzone "How much is the fish" riprende questo tema.
"Branduardi" (1981)
9. "Vola"
JEAN-BAPTISTE BESARD (1567-1625): "Branle"
Un altro pezzo per liuto contenuto nella già citata raccolta Tanzmusik dell'Ulsamer Collegium.
"State buoni se potete" (1984)
Tema di Leonetta
MARCO CAROSO (1530-1605): "Spagnoletta"
Si tratta di un brano molto noto, preso dal trattato di danza Il Ballarino di Fabrizio Caroso, stampato a Venezia nel 1581. Questo pezzo è particolarmente noto perchè è stato ripreso anche dal compositore Ottorino Respighi nella terza delle sue Antiche arie e danze per liuto.
"L'infinitamente piccolo" (2000)
4. "Audite Poverelle"
VINCENZO CALESTANI: "Damigella Tutta Bella"
Questo brano, assai poco noto, è rintracciabile per la prima volta in un LP pubblicato nel 1975 dalla Archiv con il titolo "Canti Amorosi" (n° di catalogo 2533-305) con il tenore Nigel Rogers e Jordi Savall alla viola. E' stata realizzata anche una riedizione in cd nella serie Collectio Argentea (n° di catalogo 437-075), ora fuori catalogo. Il pezzo di Calestrani, a confronto degli altri pezzi della raccolta, si contraddistingue indubbiamente per l'orecchiabilità e la immediatezza della melodia. Il testo del brano originale non ha davvero nulla a che spartire con la vicenda francescana, dal momento che è tratto dalla raccolta profana "Madrigali e arie" di Vincenzo Calestani la cui pubblicazione risale al 1617.
6. "Il Trattato dei Miracoli"
ANONIMO - "Italiana" per liuto"
Si tratta di un altro brano molto rinascimentale molto noto ed impiegato anche da Ottorino Respighi nella terza delle sue Antiche arie e danze per liuto.
8. "La Regola"
JEAN-BAPTISTE BESARD (1567 - 1625): "Branle Gay"
Si tratta dello stesso motivo usato nella canzone "Vola" del 1981.
"Altro e altrove..." (2003)
5. "Io canto la ragazza della pelle scura"
TYLMAN SUSATO: Tema della danza "La Morisque"
Questa danza è contenuta nella raccolta "Danserye" pubblicata nel 1551. Tra le prime registrazioni di questo brano possiamo citare quella di David Munrow con il suo Early Music Consort. Sempre in questa stessa canzone ci sono alcuni brevi passaggi di raccordo che richiamano fortemente "La Réjouissance" della Musica per i Reali Fuchi d'Artificio di Georg Friederich Händel.
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(1) Nota discografica sulla raccolta "Tanzmusic"
La raccolta originale si compone di 6 LP, di cui solo i primi 3 dischi sono dedicati alla musica rinascimentale e del primo barocco e sono interpretati dall'Ulsamer Collegium. In CD esistono varie ristampe. Originariamente questa raccolta era stata riedita integralmente in 4 CD Archiv (n° di catalogo 439964-2). Ora è disponibile solo in versione ridotta su 2 CD Deutsche Grammophon serie Panorama (n° di catalogo DG 469 244-2). Una ulteriore riedizione è su singolo cd, col titolo "Terpsichore: Renaissance Dance Music and Early Baroque Dance Music" (n° di catalogo 415-294-2).
Ultimo aggiornamento della pagina: 8/4/2013
ti ringrazio di questo tuo utile articolo, troppo spesso sentiamo un pezzo di musica e pensiamo 'che genio, l'autore' senza nemmeno davvero capire chi e' l'autore. Inoltre e' strano che ottimi artisti del calibro di Branduardi non danno a Cesare quello che e' di Cesare e precisino nei loro dischi 'La musica e' tratta da'Canarios' di Gaspar Sanz. Anche De Andre' ha usato la tarantella nella sua 'Bocca Di Rose', addirittura ho trovato lo spartito di una tarantella in particolare (anonima) che e' quasi uguale alla musica di Bocca di Rose. E' ovvio che la musica viene da dove viene, ma questi autori fanno finta di nulla....non mi sembra molto giusto. Per carita' adoro sia Branduardi che De Andre', ma in questo senso sono leggermente deludenti
RispondiEliminaLa canzone: "la pulce d'acqua" mi ricorda molto la Suite No. 2, in D Major V. Bouree di Handel.
RispondiEliminaVero. La pulce d'acqua, enlla sua parte strumentale, suggerì il tema di Scaramucce a Giampiero Reverberi nel 1983 per il disco omonimo dei Rondò Veneziano.
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